sabato 19 febbraio 2011

La vittoria delle balene

La notizia è apparsa su giornali nazionali ed internazionali. Ed è una notizia che molti attendevano con ansia: il Giappone sta ritirando la sua flotta di baleniere dai mari Antartici.
La motivazione addotta è l’impossibilità di procedere alle catture causata dalle attività di disturbo degli ambientalisti di di Sea Shepherd.
Negli ultimi giorni la campagna degli attivisti ha dato i suoi frutti: la nave appoggio Nissin Maru, inseguita da una imbarcazione della Sea Shepherd, si è allontanata dalla zona di caccia fino a costringere, almeno in apparenza, alla rinuncia all’intera campagna di caccia, peraltro a stagione già avanzata.
La notizia è stata ufficializzata dal governo giapponese, che ha dichiarato chiusa per quest’anno la stagione di caccia . Secondo le stime di Sea Shepherd, la flotta giapponese ha catturato meno del 10% della quota prefissata. Circa 900 balene sarebbero così state salvate, sempre secondo l’organizzazione. Altre fonti dichiarano numeri differenti, come circa 500 balene catturate. In ogni caso, è sorprendente che il gruppo di attivisti sia riuscito a far valere le proprie ragioni, costringendo alla resa una flotta di navi agguerrita e ben equipaggiata.
Sea Shepherd è stato oggetto di critiche in questi anni da parte di altri gruppi ambientalisti, tra cui Greenpeace, per la “aggressività” e la strategia che prevede attacchi mirati con lo scopo di bloccare le attività delle baleniere, o altre attività definite “illegali” dal gruppo,come la pesca in acque protette o l’allevamento di tonni oltre le quote consentite (vedi l’attacco sferrato a giugno 2010 contro un allevamento di tonni in acque libiche).

Ma cos’è Sea Shepherd?
È una associazione senza fini di lucro la cui missione è quella di impedire la distruzione dell’ambiente naturale, mediante la documentazione sui reati in danno dell’ambiente marino e l’azione diretta per impedire le attività illegali in alto mare.
In un’intervista a Peace Reporter, Laurens De Groot  di Sea Shepherd Mediterraneo, definisce l’associazione come “la polizia che dà la caccia ai cattivi”, in quanto fa rispettare le leggi che pure esistono, ma in alto mare vengono spesso violate in mancanza di controlli. Le acque antartiche sono dichiarate Santuario dei Cetacei, e il Giappone non avrebbe il diritto di cacciare balene, ma lo fa. Così Sea Shepherd cerca di bloccare tali attività, usando metodi come il lancio di bombe puzzolenti (composte da burro rancido) sul ponte delle navi baleniere, col doppio scopo di contaminare la carne di balena, e rendere il lavoro difficoltoso a causa del cattivo odore. Il recente successo testimonia l’efficacia di queste azioni.
Bisogna però ricordare che non sono solo le bombe puzzolenti a rendere difficile la vita alle baleniere giapponesi: di recente l’attività sta diventando sempre meno redditizia per il Giappone, a causa delle elevatissime sovvenzioni statali e dell’ormai scarso interesse del popolo giapponese, che non pare più interessato a consumare carne di balena. La caccia alla balena infatti è promossa dall’Agenzia per la Pesca giapponese, che la motiva internazionalmente con le necessità della ricerca scientifica, e la giustifica internamente come un’ attività tradizionale e con la presunta richiesta di carne a scopo alimentare.
Ma entrambe le scuse stanno venendo meno, poiché è palese che la ricerca si può svolgere con metodi non letali per le balene, e la domanda interna è talmente bassa da lasciare migliaia di  tonnellate di carne invenduta nei magazzini frigoriferi.
Dopo alcuni scandali legati ad episodi corruzione, i contribuenti giapponesi hanno cominciato a rendersi conto che stanno pagando di tasca propria una attività ormai inutile, mantenuta solo per gli interessi economici di gruppi ristretti di potere.
Durante la  prossima riunione dell’IWC, la Commissione Internazionale per la Baleneria, in programma a Giugno, forse sapremo se gli scandali e le bombe di burro rancido saranno serviti a fermare la caccia alla balena.

Fonti e approfondimenti:

Notizia del ritiro della flotta:
http://www.repubblica.it/ambiente/2011/02/16/news/caccia_alle_balene_stop_del_giappone-12517932/
Sul sito di Sea Shepherd
http://www.seashepherd.it/news-and-media/news-110217-1.html

Intervista di Peace Reporter a Sea Sheperd:
http://it.peacereporter.net/articolo/26912/Pirati-pastori+e+baleniere+giapponesi

Notizia dell’attacco all’allevamento di tonni della scorsa estate:
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/06/21/news/tonno_rosso-5020861/index.html?ref=search

Notizia delle difficoltà economiche dell’attività baleniera giapponese (in inglese):
http://www.guardian.co.uk/environment/blog/2011/feb/08/whaling-japan


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