giovedì 31 marzo 2011

avvistata una megattera in Mar Ligure

Alcuni giorni fa una megattera (Megaptera novaeangliae) è stata avvistata lungo la costa ligure di fronte a Savona, in prossimità del porto. L’animale, che nuotava verso ovest, appariva in buone condizioni, come riportato dalla fondazione di ricerca CIMA. L’esemplare sarebbe un individuo giovane, come attestato dalle piccole dimensioni (circa  8 metri di lunghezza stimata).
La megattera è un cetaceo misticeto della famiglia Balaenopteridae, la stessa a cui appartengono le balenottere. Si distingue per la presenza di una “gobba” (da cui il nome inglese humpback whale, “balena gobba”) e per la pinna dorsale “appiattita”. Inoltre la megattera è dotata di due natatoie molto più sviluppate rispetto alle balenottere, da cui il nome latino (Megaptera, grande pinna). Secondo alcuni studi, queste garantirebbero la capacità di cambi di direzione repentini. Queste balene sono famose per le grandi migrazioni fra le aree di riproduzione e quelle dove si nutrono, alle alte latitudini. Le megattere sono anche famose per il corteggiamento, che prevede lunghe e articolate “canzoni”, e per gli spettacolari salti ed esibizioni.
La particolarità dell’avvistamento sta nel fatto che la megattera non rientra tra le specie di balene residenti in Mediterraneo. I saltuari avvistamenti di questa specie in nel nostro mare (17 confermati, finora, dal 1800 ad oggi, vedi Notarbartolo di Sciara & Birkun, 2010) si devono probabilmente a individui che, durante le migrazioni annuali, entrano erroneamente in Mediterraneo, per poi rimanervi spesso “intrappolati”. Famoso è il caso di un individuo che, fra il Febbraio e l’Aprile del 2009, fu avvistato ripetutamente nel golfo di Trieste e in Nord Adriatico. Si ipotizzò che l’animale cercasse di seguire la rotta verso nord che l’avrebbe portato verso le aree del nord Atlantico dove questa specie va a nutrirsi in estate, senza sapere di essersi infilato in un vicolo cieco.
Gli ultimi avvistamenti risalgono all’agosto 2010 dove un esemplare è stato avvistato fra la Versilia e la Liguria, dando spettacolo con salti ed “esibizioni” non lontano dalla costa.
Le megattere espongono la pinna caudale quando si immergono (al contrario delle balenottere comuni). La pagina inferiore della pinna caudale presenta delle caratteristiche differenti ed uniche per ogni esemplare, in particolare nella distribuzione della pigmentazione bianca e nera. Partendo da questa caratteristica, gli studiosi stanno creando dei database identificativi degli individui presenti in Atlantico e negli altri oceani e forse, tramite un confronto con questi database, sarà possibile identificare le megattere avvistate in Mediterraneo di cui sono disponibili foto accurate della caudale, e conoscere l’origine e la storia di questi visitatori del nostro mare.

Fonti e maggiori informazioni:



Notarbartolo di Sciara G., Birkun A. Jr., 2010. Conserving whales, dolphins and porpoises in the Mediterranean and Black Seas: an ACCOBAMS status report, 2010. ACCOBAMS, Monaco. 212 p.

sabato 26 marzo 2011

Trivelle negli Abissi

Cipro, l’isola dalle cui acque, secondo la leggenda, nacque Afrodite, non sembra avere a cuore la conservazione del proprio mare.
  La Commissione Europea ha intimato al governo del paese di consegnare, entro due mesi, un piano di Strategia di Conservazione marina, che avrebbe dovuto essere consegnato a Giugno 2010. Pena, ricorso alla Corte di Giustizia con possibilità di sanzioni immediate. La direttiva europea 2008/56/EC (“Marine Strategy Framework Directive”, direttiva per la coordinazione di una strategia comune in ambito marino), stabilisce che ogni Paese Membro deve stabilire una strategia per proteggere e ricostruire gli ecosistemi marini, e per assicurare che le attività legate al mare siano sostenibili.
  Cipro, peraltro, ha già dimostrato la scarsa considerazione per l’ambiente marino: pochi mesi fa, nell’ambito di una iniziativa delle Nazioni Unite per delineare un “Mediterranean Action Plan”, è stato stilato un elenco delle zone a più alta biodiversità  del Mediterraneo, con lo scopo di preservarle creando così una rete di Aree Marine Protette d’alto mare. Delle 13 aree prescelte una era il Monte Eratostene, una montagna sottomarina che si eleva dagli abissi fino alla profondità di circa 600 m, ospitando comunità rare ed interessanti ed, in gran parte, ancora sconosciute. Quest’oasi di vita nelle profondità marine si trova però in acque cipriote. E, sfortunatamente, è una zona petrolifera. Cipro si è quindi opposta con forza alla protezione del Monte Eratostene, adducendo la motivazione che solo ai ciprioti spetta decidere cosa fare delle proprie risorse, e impedendone persino l’esplorazione scientifica. Ben presto, quindi, i fondali di quest’area saranno perforati dalle trivelle, con effetti devastanti sul fragile ecosistema di profondità.
  Speriamo ora che le minacce di sanzioni dell’UE sensibilizzino la società civile e le autorità cipriote, e che queste prendano delle misure per la conservazione di questo patrimonio comune di tutti. Altrimenti, avremo perso per sempre la possibilità di conoscere meglio i segreti delle profondità del Mare Nostrum, per non parlare del rischio di nuovi disastri petroliferi, dopo quello di un anno fa nel Golfo del Messico, che avrebbero effetti disastrosi in un bacino chiuso come il Mediterraneo.

Fonti ed ulteriori informazioni:




Tonno e Tsunami

  Dopo il devastante terremoto e conseguente tsunami, l’economia del Giappone è a pezzi. Il mondo intero dimostra la propria solidarietà al popolo giapponese, così duramente colpito.
  Da un punto di vista puramente conservazionistico, e con una buona dose di cinismo, si possono comunque trovare dei risvolti positivi a questo evento.
  Secondo alcuni osservatori, ad esempio, la domanda di importazione del pregiato (e sovrasfruttato) tonno rosso (Thunnus thynnus) dal Mediterraneo e Atlantico sarebbe calata sensibilmente in questi giorni, poiché la domanda di beni di lusso, in un momento di crisi come questo, cala drasticamente. Inoltre, anche le strutture per la lavorazione e conservazione sarebbero messe in crisi dalla scarsità di energia elettrica causata dal sisma. Alcune imprese del settore, al contrario, smentiscono la notizia di un calo della domanda, sostenendo che la zona meridionale del paese del Sol Levante non avrebbe risentito del sisma e quindi i consumi rimarrebbero stabili almeno in quella zona.
  Si stima che il Giappone consumi l’80% del tonno rosso pescato nel mondo, una specie che viene considerata a forte rischio di collasso ed addirittura di estinzione. U
n calo nella domanda di importazione potrebbe avere importanti conseguenze sull'industria legata alla pesca del tonno, e potrebbe finalmente dare un po' di respiro ai poveri tonni.

Fonte:

giovedì 17 marzo 2011

Balenottere a Villasimius

Il 15 marzo alcuni pescatori e i responsabili del diving center Acquaman hanno avvistato quattro balenottere nelle acque dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, Villasimius. Le balenottere, che nuotavano e “sbuffavano”, sono anche state fotografate dai subacquei.



Fonti:

foto:
Acquaman, Simone Vacca

la storia del tonno rosso


Un breve video racconta la storia del tonno rosso (Thunnus thynnus), in inglese chiamato bluefin tuna (tonno a pinne blu), e la catastrofe che sta vivendo questa specie negli ultimi anni. Il video è stato realizzato da HOWTOSAVETHEBLUEFIN (come salvare il tonno rosso), una nuova, piccola organizzazione di conservazione, e tradotto in italiano dal sottoscritto. Il video mette in luce alcuni dei fatti meno conosciuti riguardo questo splendido animale che è diventato uno satus-symbol, immancabile presenza nei migliori ristoranti di sushi (e non solo) di tutto il mondo.