sabato 26 marzo 2011

Trivelle negli Abissi

Cipro, l’isola dalle cui acque, secondo la leggenda, nacque Afrodite, non sembra avere a cuore la conservazione del proprio mare.
  La Commissione Europea ha intimato al governo del paese di consegnare, entro due mesi, un piano di Strategia di Conservazione marina, che avrebbe dovuto essere consegnato a Giugno 2010. Pena, ricorso alla Corte di Giustizia con possibilità di sanzioni immediate. La direttiva europea 2008/56/EC (“Marine Strategy Framework Directive”, direttiva per la coordinazione di una strategia comune in ambito marino), stabilisce che ogni Paese Membro deve stabilire una strategia per proteggere e ricostruire gli ecosistemi marini, e per assicurare che le attività legate al mare siano sostenibili.
  Cipro, peraltro, ha già dimostrato la scarsa considerazione per l’ambiente marino: pochi mesi fa, nell’ambito di una iniziativa delle Nazioni Unite per delineare un “Mediterranean Action Plan”, è stato stilato un elenco delle zone a più alta biodiversità  del Mediterraneo, con lo scopo di preservarle creando così una rete di Aree Marine Protette d’alto mare. Delle 13 aree prescelte una era il Monte Eratostene, una montagna sottomarina che si eleva dagli abissi fino alla profondità di circa 600 m, ospitando comunità rare ed interessanti ed, in gran parte, ancora sconosciute. Quest’oasi di vita nelle profondità marine si trova però in acque cipriote. E, sfortunatamente, è una zona petrolifera. Cipro si è quindi opposta con forza alla protezione del Monte Eratostene, adducendo la motivazione che solo ai ciprioti spetta decidere cosa fare delle proprie risorse, e impedendone persino l’esplorazione scientifica. Ben presto, quindi, i fondali di quest’area saranno perforati dalle trivelle, con effetti devastanti sul fragile ecosistema di profondità.
  Speriamo ora che le minacce di sanzioni dell’UE sensibilizzino la società civile e le autorità cipriote, e che queste prendano delle misure per la conservazione di questo patrimonio comune di tutti. Altrimenti, avremo perso per sempre la possibilità di conoscere meglio i segreti delle profondità del Mare Nostrum, per non parlare del rischio di nuovi disastri petroliferi, dopo quello di un anno fa nel Golfo del Messico, che avrebbero effetti disastrosi in un bacino chiuso come il Mediterraneo.

Fonti ed ulteriori informazioni:




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