La campagna contro i “discards” lanciata da Hugh’s Fish Fight, il programma di Hugh Fearnley Whittingstall su Channel 4, ha superato quota 400mila firme.
Il fenomeno del “discarding” contro cui Hugh si batte consiste nella pratica di ributtare in mare tutto il pesce che non serve. Questa pratica, che è molto comune sui pescherecci, normalmente serve per eliminare pesce di specie non commestibili, o non particolarmente apprezzate dal mercato, oppure ancora di taglia troppo piccola per essere venduto o lavorato. Naturalmente la gran parte del pesce che viene ributtato in mare non sopravvive, a causa degli enormi traumi fisici che subisce nella rete, schiacciato fra quintali di altri pesci. Non sopravvivendo, i pesci in questione ovviamente non arriveranno a riprodursi, divenendo così, da un punto di vista etico, dei “morti inutili”. In alcuni paesi, come in Norvegia, la legge vieta di eliminare gli scarti, i quali vengono quindi sbarcati anche se sono sottotaglia o di specie non pregiate. Verranno comunque utilizzati per la produzione di farine di pesce, o per altri scopi industriali. Nel resto d’Europa purtroppo non è così, e le barche da pesca sono solite essere seguite dagli uccelli marini che sanno di poter fare un lauto pasto dopo ogni pescata.
In ogni caso, il problema che Hugh vuole combattere non è esattamente questo. L’unione Europea stabilisce delle quote (in peso) che ciascun peschereccio è abilitato a pescare. Una volta esaurita la quota, il peschereccio smette di pescare quella specie di pesce. Tutto liscio fin qui, ma c’è un problema: i pesci non vivono ciascuno per proprio conto, ma sono normalmente sparsi, in quella che si chiama “mixed fishery”, pesca mista. Quindi se un pescatore ha finito le quote per il merluzzo, e va a pescare invece, ad esempio, l’eglefino, si ritroverà comunque nella rete molti merluzzi. Ma non li può sbarcare, altrimenti andrebbe incontro a pesanti sanzioni. Per questo motivo, ogni anno tonnellate di ottimo pesce vengono ributtate a mare: proprio questo punto è l’oggetto di questa campagna di Hugh’s Fish Fight, che mira ad ottenere misure di gestione tali per cui i pesci pescati accidentalmente possano essere sbarcati e venduti. Certo, alcuni suggeriscono che i pescatori avrebbero un bel guadagno da questa ipotesi, potendo pescare più merluzzo del consentito giustificandosi dietro la scusa di non volerlo sprecare.
La questione è complessa, ma di certo c’è che il sistema delle quote ha bisogno di alcune modifiche. La riforma della politica europea sulla pesca è attesa per il 2012, sperando che sia riformata per il meglio.
Il sito di Hugh’s Fish Fight:
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